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sabato 15 maggio 2010

30 Lug 2009 - 14:08:07 ripetutamente.............

Se negli ultimi 20 anni la politica avesse avuto un ruolo prioritario nella vita delle persone e oggi ci trovassimo a vivere in una società più giusta, libera , pacifica e democratica sicuramente oggi saprei da che parte stare.................

Dopo lo scandalo di mani pulite molti di noi credemmo che era finita l'epoca del malaffare, delle raccomandazioni, degli interessi mafiosi alla gestione della cosa pubblica, degli interessi privati. Invece nulla. Tutto è peggiorato. Se ieri c'era bisogno di una raccomandazione oggi ne hai bisogno almeno di tre o quattro. La mafia investe in borsa attraverso le sue società, le vengono condonate le ricchezze custodite nei paradisi fiscali per fare un pò di cassa. Saviano dice che si sta mettendo una seria ipoteca sul futuro dell'Europa. E' una cosa seria.

Le banche per avere liquidità accettano soldi da organizzazioni criminali che cosi' facendo prima o poi determineranno la politica finanziaria delle banche stesse e quindi dell'intero sistema.........

Ma l'italia è solo questa???? Poco prima dello scandalo di tangentopoli ci fu un'altro grande scandalo. Quello del metanolo ( sostanza molto nociva) che veniva aggiunto nel vino di nostra produzione. Successe il finimondo, il nostro paese fu oggetto di una vergognosa vicenda che ci mise in cattiva luce nei confronti della comunità internazionale... Oggi però a distanza di 20 anni i vini italiani sono i migliori al mondo per qualità. L'enologia oggi è materia universitaria e le aziende che producono vini sono cresciute vertiginosamente con delle competenze e passioni da attirare molti intenditori da tutte le parti del mondo. La qualità del vino è determinata dal giusto equilibrio tra la sua parte morbida e quella dura. Siamo stati dei fenomeni in questo settore da ridare a questo paese un'immagine bella, di gente che lavora e che studia, e che vive in sintonia perfetta con il proprio ambiente tanto da riuscire a rappresentarlo e farlo conoscere attraverso un calice di buon vino.

La politica invece? Tutto il resto?

Ragazzi diamoci una mossa, il cambiamento passa attraverso noi. Abbiamo diritto al nostro risorgimento. Riempiamo quel vuoto che la politica ci ha lasciato con le nostre proposte, le nostre idee. Ridiamo con i nostri gesti e le nostre azioni un'immagine bella del nostro paese, abbiamo il dovere come uomini di impegnarci a riconsegnare a chi viene dopo di noi un ambiente più sano e più pulito. Facciamo come nel caso del vino. Smussiamo le nostre differenze, troviamo un giusto equilibrio tra la parte " morbida" e la parte " dura" della nostra società e ribelliamoci a questo senso di abbandono. Non posso accettare che uno di vent'anni a Collarmele ragioni come ragioni il padre.

Che faccia i discorsi che fa il padre. Ci sono troppi rancori tra i " grandi" che vengono trasmessi ai figli. Un figlio viene giudicato a seconda di quello che il padre ha fatto negli anni passati. OH?

Ce l'ho con voi giovani, non fate cazzate di non parlarvi, di incontrarvi. A Collarmele oltre che assolutamente necessario si PUO'.

Parliamo di oggi, riprendiamoci in mano la vita che ci appartiene, quella del presente e quella del futuro.

Lasciamo i rancori dei padri a casa perchè non ci portano a nulla.

Riprendiamoci i nostri spazi, riprendiamoci ciò che è nostro non lasciamo che sia cosi' RIPETUTAMENTE................................

:) ..........................

Alzo un calice di vino e brindo a noi........................



Commento di: Fabio [ Membro ]
Caro Massimiliano, le tue sono sante parole... In queste vacanze estive ho potuto notare che la nostra è una fantastica comunità, piena di gente pronta a spendersi per gli altri, pronta a sacrificare il proprio tempo libero per far sì che Collarmele possa avere i suoi momenti di folklore, di divertimento, di unità. Ebbene in queste iniziative ho ritrovato l'humus che ci fa affezionare a questo piccolo villaggio, che ci fa venire nostalgia quando si sta "fuori porta" per troppo tempo, che ci spinge a convincere la gente a passare qualche week-end a Collarmele. Abbiamo inoltre un territorio ed un clima fantastici, ideali per chiunque voglia passare una vacanza serena, oppure per chi ci voglia progettere una vita intera. Mi dispiace però constatare che ancora non abbiamo una classe dirigente all'altezza. Amministrare significa rendere un servizio alla comunità; significa rappresentare tutti, "nessuno escluso"; significa proteggere ed incrementare l'interesse pubblico; significa lavorare per l'unità della comunità; significa proteggere i più vulerabili; significa trattare tutti allo stesso modo; significa trasparenza nella gestione; significa sacrificio e rispetto reciproco. In poche parole l'amministratore è e deve essere un "dipendente" dell'interesse collettivo. Un nostro "dipendente".
Sante parole dicevo. Si, perchè negli ultimi 15 anni non ho ancora visto alcun amministratore intervenire e lavorare per sviluppare la coscienza del libero arbitrio. Nessuno è ancora mai intervenuto per un'effettiva emancipazione delle giovani genarazioni, che si può raggiungere attraverso la messa in opera di servizi "ad hoc", come ad esempio una sala lettura, l'accesso gratuito ad internet, o ancora mettendo a disposizione politiche di agevolazioni economiche come le "smart card giovanili". Tutte cose possibilissime, ma lontane mille miglia dagli occhi miopi delle ultime amministrazioni.
Anzi la direzione presa va nell'esatto contrario. Noto una certa volontà di rendere "succubi e subalterni al potere" le nuove generazioni attraverso molteplici azioni, quali assunzioni con contratti di lavoro precari, promesse di posti di lavoro, elargizioni di titoli ed onorificenze, tentativi di strumentalizzazione del consenso attraverso associazioni di vario genere.
Tutto questo fa male ai giovani, al paese e alla democrazia. Non serve a creare una società più giusta, basata sul criterio meritocratico. Alimenta rancori, risentimenti e disparità ecnomiche, proprio come è avvenuto dopo tanti anni di gestione del potere di tipo clientelare che ha portato ad una lacerazione del tessuto sociale. Una gestione che era condannata da tanti degli attuali attori della politica rivelatisi invece vere e proprie TROTTOLE, non artefici del cambiamento.
14.08.09 @ 11:12:15

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